MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA
RICERCA
DIPARTIMENTO PER L'UNIVERSITÀ, L'ALTA FORMAZIONE ARTISTICA,
MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI
RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI
COFINANZIAMENTO (DM n. 287 del 23 febbraio 2005)
PROGRAMMA DI RICERCA - MODELLO A
Anno 2005 - prot. 2005023002
PARTE
I
1.1
Programma di Ricerca afferente a
|
1. |
Area Scientifico Disciplinare
|
02: Scienze
fisiche |
100% |
|
1.2 Titolo del Programma di Ricerca
Testo italiano
Ruolo dei metalli nei processi di
aggregazione di proteine
Testo inglese
Role of the metal ions in the aggregation
processes of proteins.
1.3 Abstract del Programma di Ricerca
Testo italiano
Il progetto presentato ha come obiettivo lo
studio degli effetti della presenza di ioni metallici sui processi di
aggregazione di proteine. Dal punto di vista della ricerca di base, l’interesse
di questo studio è legato alla comprensione dei meccanismi di interazione
proteina-proteina mediata dal solvente. Vi è inoltre un notevole interesse
biomedico, legato alla comprensione dei meccanismi che stanno alla base dei
processi di aggregazione amiloide. Tali processi infatti sono fortemente
influenzati, sia in vivo che in vitro, dalla presenza di ioni metallici.
I processi di aggregazione di proteine sono il risultato di differenti
meccanismi tra loro interconnessi, come ad esempio cambiamenti conformazionali e
strutturali delle singole molecole proteiche, processi di nucleazione,
interazioni proteina-proteina e conseguente formazione di legami
intermolecolari. Tali meccanismi, che avvengono su differenti scale
spazio-temporali, possono evolversi in più fasi e dipendono dalle condizioni
fisico-chimiche del sistema in esame (temperatura, pH, concentrazione etc.). In
particolare, è stato osservato che la presenza di ioni metallo (come Cu+2, Fe+3
e Zn+2) produce effetti significativi sui processi di unfolding e/o di
aggregazione delle proteine.
I meccanismi attraverso i quali gli ioni
metallici influenzano i processi di aggregazione delle proteine rimangono ancora
in larga parte oscuri. Scopo del progetto è quello di studiare tali meccanismi
attraverso l’utilizzo di una vasta gamma di tecniche sperimentali che consentano
di ottenere informazioni 1) sulle strutture locali che possono formarsi attorno
agli ioni metallici durante il processo di aggregazione e 2) sui cambiamenti
conformazionali delle proteine e la loro aggregazione in presenza di ioni
metallici. I processi di aggregazione saranno studiati quindi “guardando” sia al
metallo sia alle proteine. Si spera in tal modo di evidenziare l’effetto degli
ioni metallici nelle differenti fasi del processo di aggregazione, ossia 1) sui
cambiamenti conformazionali che portano la proteina in una struttura
parzialmente “unfolded” e 2) sulla conseguente aggregazione.
Le proteine
che saranno studiate in dettaglio sono la beta-lactoglobulina (BLG), il lisozima
ed il peptide beta-amiloide (bA).
Grazie alle expertises in possesso
delle tre Unità di Ricerca impegnate nel progetto, verranno studiati: 1) le
cinetiche di crescita degli aggregati e i relativi cambiamenti conformazionali
delle singole proteine, mediante l’uso della spettroscopia di assorbimento e
fluorescenza nell’Uv-Vis, della spettroscopia di assorbimento infrarossa (FTIR),
della tecnica del Light Scattering e del Dicroismo Circolare; 2) le
modificazioni nell’intorno degli ioni metallo durante l’evoluzione del processo
di aggregazione, tramite la spettroscopia di assorbimento dei raggi-X (XAS) e la
spettroscopia di risonanza paramagnetica elettronica (EPR); 3) la tipologia
degli aggregati ottenuti, tramite la tecnica della Microscopia a forza atomica
(AFM).
Alla luce del fatto che in letteratura vengono riportati risultati
contraddittori per sistemi proteina-metallo simili, sarà posta la massima
attenzione sui protocolli comuni di preparazione dei campioni e le misure
sperimentali saranno portate avanti in stretta sinergia tra le tre Unità di
Ricerca coinvolte.
Testo inglese
Aim of the project is the study of the
effects of metal ions on protein aggregation processes. From the point of view
of the fundamental research, the interest of this study lies on the
understanding of the mechanisms of protein-protein interactions modulated by the
solvent. There is a further remarkable biomedical interest, related to the
understanding of the mechanisms leading to the processes of amyloidal
aggregation. In fact, such processes result to be strongly affected, both in
vivo and in vitro, by the presence of metal ions.
Protein aggregation
processes are the result of different interconnected mechanisms, such as
conformational and structural changes at the level of single protein molecules,
nucleation processes, protein-protein interactions and the consequent formation
of intermolecular bonds. Such mechanisms, which act on different spatial and
time scales, may evolve in different phases and depend on the physico-chemical
conditions of the system (temperature, pH, concentration, etc.). In particular,
it has been observed that the presence of metal ions (like Cu2+, Fe3+ and Zn2+)
brings about sizeable effects on the unfolding and/or aggregation processes in
proteins.
The mechanism by which metal ions affect protein aggregation
processes are still poorly understood. Aim of the project is the study of such
mechanisms by using several different experimental techniques to gain
information 1) on the local structures which may form around the metal ions
during the aggregation process and 2) on the conformational changes of the
proteins and the aggregation in the presence of metal ions. Therefore,
aggregation processes will be studied by “looking” both at the metal and at the
proteins. We hope in this way to highlight the effects of metal ions on the
different phases of the aggregation process, i.e. 1) on the conformational
changes leading the protein in a partially unfolded structure and 2) on the
consequent aggregation.
The proteins that will be studied are
beta-lactoglobulin (BLG), lysozyme and the beta-amyloid peptide.
In view
of the expertises of the three Research Units involved in the project, we will
study: 1) the kinetics of macromolecular aggregates growth and the relative
conformational changes of the single protein molecules, by means of fluorescence
and absorption spectroscopy in the Uv-vis range, infrared absorption
spectroscopy (FTIR), Light Scattering, and Circular Dichroism; 2) the chnges in
the surroundings of the metal ions during the evolution of the aggregation
process, by means of X-ray absorption spectroscopy (XAS) and electron
paramagnetic resonance spectroscopy (EPR); 3) the typology of the obtained
aggregates, by using Atomic Force Microscopy (AFM).
In view of the fact
that contradictory results are reported in literature on similar protein-metal
systems, sample preparation protocols will be designed with great care and the
measurements will be performed in strict synergism between the three involved
Research Units.
1.4 Durata del Programma di Ricerca
24 Mesi
1.5 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma
di Ricerca
FIS/07 - Fisica applicata (a
beni culturali, ambientali, biologia e
medicina) |
(...)
1.7 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
LEONE
(Cognome) |
MAURIZIO
(Nome) |
Professore Straordinario
(Qualifica) |
02/10/1952 (Data di
nascita) |
LNEMRZ52R02G273U
(Codice di identificazione personale) |
FIS/07 - Fisica
applicata (a beni culturali, ambientali, biologia e medicina)
(Settore scientifico-disciplinare) |
Università degli
Studi di PALERMO (Università) |
Facoltà di SCIENZE
MATEMATICHE FISICHE e NATURALI (Facoltà) |
Dipartimento di
SCIENZE FISICHE ED ASTRONOMICHE (Dipartimento) |
091/6234216
(Prefisso e telefono) |
091/6162461 (Numero
fax) |
leone@fisicaechimica.unipa.it
(Indirizzo posta
elettronica) |
(...)
1.10 Elenco delle Unità di Ricerca
Unità |
Responsabile Scientifico |
Qualifica |
Settore Disc. |
Università |
Dipart./Istituto |
Mesi Uomo |
I |
LEONE MAURIZIO |
Professore
Ordinario |
FIS/07 |
Università degli Studi di
PALERMO |
Dip. SCIENZE FISICHE ED
ASTRONOMICHE |
16 |
II |
MORANTE SILVIA |
Professore
Associato |
FIS/07 |
Università degli Studi di ROMA
"Tor Vergata" |
Dip. FISICA |
22 |
III |
SPORTELLI LUIGI |
Professore
Ordinario |
FIS/07 |
Università della
CALABRIA |
Dip. FISICA |
10 |
(...)
PARTE II
2.1
Obiettivo del Programma di Ricerca
Testo italiano
Lo scopo del progetto è quello di studiare
gli effetti della presenza di ioni metallici in soluzione sui processi di
aggregazione di proteine. La rilevanza di questo studio è duplice: da una parte
vi è un forte interesse biomedico, legato alla comprensione dei meccanismi che
stanno alla base dei processi di aggregazione amiloide, che sono fortemente
influenzati, sia in vivo che in vitro, dalla presenza di ioni metallici; vi è
inoltre un interesse di ricerca di base, legato alla comprensione dei meccanismi
di interazione proteina-proteina mediata dal solvente.
Come riportato
nella sezione relativa alla Base Scientifica del progetto, i processi di
aggregazione si possano pensare come il risultato di differenti meccanismi su
differenti scale gerarchiche, strettamente interconnessi tra di loro. Rimangono
tuttavia molte domande ancora aperte, poiché la totalità di questi meccanismi,
la loro gerarchia e le loro interconnessioni sono ancora ben lontane dall’essere
chiari.
Alcune evidenze sperimentali riportate in letteratura sembrano
indicare che il processo guida verso l’aggregazione sia dato da cambiamenti
conformazionali che, partendo dalla conformazione nativa, portano la proteina
verso strutture parzialmente unfolded. Questo, ad esempio, potrebbe provocare la
parziale esposizione al solvente di gruppi apolari che nella conformazione
nativa sono contenuti all’interno della matrice proteica, e darebbe luogo a
nuove interazioni proteina-proteina non presenti quando le singole molecole
proteiche assumono la struttura nativa. Inoltre, la formazione di stati
aggregati potrebbe a sua volta rafforzare questo processo, favorendo una
esposizione sempre maggiore dei gruppi idrofobici per via delle modificate
condizioni nell’immediato intorno delle singole molecole proteiche. Si creerebbe
in tal modo un meccanismo di feedback capace di innescare un processo di
self-trapping in minimi sempre più profondi dell’energia libera dell’intero
sistema proteine-solvente.
In questo scenario, è necessario chiedersi
perché in condizioni fisiologiche la singola proteina evolve improvvisamente
verso una condizione di non-equilibrio, invece di permanere nel suo stato
nativo. L’ipotesi di fluttuazioni anomale, il cui tempo di vita sia sufficiente
per innescare il meccanismo di self-trapping sopra riportato, anche se non
appare del tutto giustificata, va tenuta in considerazione. Sembra comunque più
ragionevole il supporre che variazioni nelle condizioni ambientali possano
indurre l’insorgere di cambiamenti conformazionali delle singole molecole
proteiche. Diversi studi in vitro supportano questa visione, dimostrando che
cambiamenti di pH, temperatura, forza ionica ecc. ecc. sono in grado di indurre
cambiamenti conformazionali e di innescare processi di
aggregazione.
Alternativamente, si può ipotizzare che variazioni nelle
condizioni esterne perturbino l’equilibrio proteina singola vs. aggregati
indipendentemente da variazioni della struttura nativa, dando così luogo alla
formazione di aggregati. In questo contesto, i cambiamenti conformazionali
avverrebbero successivamente alla formazione degli aggregati, per via delle
mutate condizioni dell’intorno. In questo tipo di processi, il cui prototipo è
la formazione delle strutture quaternarie (vedi emoglobina), i cambiamenti
conformazionali non costituiscono più il processo guida; piuttosto, il loro
ruolo si riduce a quello di progressivi aggiustamenti che minimizzano
l’energia.
Le considerazioni fatte sopra sono particolarmente rilevanti
nel caso dei processi di aggregazione in presenza di ioni metallici. Scopo del
progetto è quello di raccogliere in maniera sistematica dati sperimentali che
siano in grado di fornire ulteriori informazioni sui meccanismi sopra descritti.
L’approccio sperimentale consisterà nello studio dei processi e delle cinetiche
di aggregazione in presenza di ioni metallici per alcune opportune proteine: la
beta-lactoglobulina (BLG), il lisozima e il peptide beta-amiloide (bA). La BLG e
il lisozima sono ottimi sistemi modello e la loro capacità subire processi di
aggregazione nettamente distinti (aggregati amorfi oppure fibrille amiloidi) al
variare delle condizioni esterne sarà utilizzata per studiare gli effetti degli
ioni metallici sui diversi tipi di aggregazione. Il peptide bA presenta invece
un notevole interesse intrinseco per via del suo coinvolgimento nel Morbo di
Alzheimer e per il ruolo giocato in questo contesto dagli ioni metallici (vedi
Base Scientifica e/o Programma).
Le tecniche utilizzate e le expertises
delle tre unità di ricerca coinvolte permetteranno di separare, anche
temporalmente, i processi a livello di singole molecole (cambiamenti
conformazionali e strutturali) da quelli di aggregazione sopramolecolare fino
alla formazione di aggregati amorfi o fibrille. Sarà inoltre possibile, grazie
alla varietà delle tecniche sperimentali utilizzate, caratterizzare
separatamente gli ioni metallici e le proteine.
Uno degli scopi del
progetto è quello di quantificare sistematicamente l’effetto degli ioni
metallici sui processi di aggregazione. L’approccio parallelo con le diverse
tecniche sperimentali può infatti consentire di appianare alcune delle
contraddizioni presenti in letteratura. Si cercherà quindi di verificare se la
presenza di ioni metallo agisca direttamente sui cambiamenti conformazionale
delle singole proteine, innescando in tal modo i processi di aggregazione,
oppure se favorisca l’insorgere di interazioni proteina-proteina, dando luogo a
fluttuazioni di concentrazione che possano parallelamente innescare i
cambiamenti conformazionali e rinforzare il meccanismo di aggregazione.
Testo inglese
Aim of this project is to study the effect
on protein aggregation process of the presence of metal ions in solution. This
kind of studies has a twofold relevance due to its biomedical interest
concerning the comprehension of mechanisms at the basis of amyloidal,
aggregation that are strongly influenced both in vivo or in vitro by metal ions,
and due to the great interest also from a fundamental research point of view,
related to the understanding of solvent modulated protein-protein interaction
mechanisms.
Aggregation processes, as reported in “Project Background“
section, can be seen as the result of different mechanisms, with different
hierarchies, acting on different scales of time and space, and closely
interconnected to each other. Nevertheless, many questions are still open since
the global view of these mechanisms, their hierarchies and their detailed
interconnection are far to be clarified.
Several experimental evidences
reported in literature seem to indicate that conformational changes represent
the driving-process towards the aggregation, by leading protein from native
conformation to partially unfolded structures. As an example, these changes
could yield to partial exposure of non-polar groups buried inside protein’s
structure in native conformation, giving rise to new intermolecular interactions
that are absent when single proteins are in their native state. Moreover,
aggregates formation could in turn enhance this process, leading to greater
exposure of hydrophobic groups because of modified conditions in the
surroundings of single protein molecules. In such a way, it would be created a
feedback mechanism able to induce self-trapping processes in deeper free energy
minima of the entire protein-solvent system.
In this scenario, it is
straightforward to ask why in physiological conditions the single protein
molecules suddenly evolve towards a non equilibrium state instead of remain in
its native state. Even if not completely justified, the hypothesis of anomalous
fluctuations with long enough life-time to induce the above mentioned self
trapping mechanism, must be take into account. However, it seems more reasonable
that changes in the environmen can induce conformational changes in protein
molecules. A great number of in vitro studies supports this last point of view,
demonstrating that variation of pH, temperature, ionic strength etc. are able to
induce conformational changes and consequently lead to aggregation
processes.
Alternatively, it can be assumed that variations in the
external conditions could perturb the equilibrium single protein vs. aggregated
structures, independently from native structure changes, and therefore giving
rise to aggregate formation. In this context, conformational changes would occur
afterwards aggregates formation, because of changes in surroundings conditions.
In this kind of processes, whose prototype is the formation of
quaternary structures (see for example hemoglobin), conformational changes do
not constitute the driving process; rather, their role is reduced to progressive
adjustments lowering the free-energy.
These considerations become
particularly important and interesting when protein aggregation occurs in the
presence of metal ions.
Aim of the project is to collect in a systematic way
experimental data able to give new insight on the above reported mechanisms. The
experimental approach will consist in studying the aggregation processes and the
kinetics of some selected proteins in presence of metal ions.
These
proteins are the beta-lactoglobulin (BLG), lysozyme and the beta-amyloid peptide
(bA).
BLG and Lysozyme are very good model systems and their ability to
undergo clearly distinguished aggregation processes (amorphous aggregates or
amyloid fibrils) by varying external conditions will be used to study the metal
ion effects on different kind of aggregation. Instead, bA peptide presents a
remarkable intrinsic interest because of its involvement in Alzheimer disease
and because of the role metal ions play in this context (see background or
Program).
The optical techniques and the expertises of the three
involved Research Units will allow separating, also in time scales, the
processes at single protein level (conformational and structural changes) from
those relative to sopramolecular aggregation up to the formation of amorphous
aggregates or fibrils. Moreover, it will be possible, by using a variety of
experimental techniques, to separately characterize metal ions and proteins.
One of the aims of the project is to systematically quantify the metal
ions effects the evolution of the aggregation processes. The parallel approach
with different experimental techniques can concur to resolve some contradiction
present in literature. Therefore it will be attempted to verify if the metal
ions presence would directly act on single proteins conformational changes,
inducing in such a way the aggregation processes, or if their presence would
favour protein-protein interactions, giving rise to fluctuations of
concentration that could yield conformational changes and reinforce the
aggregation mechanisms.
2.2 Base di partenza scientifica nazionale o
internazionale
Testo italiano
I processi di aggregazione delle proteine
sono stati oggetto di numerosi studi in vista della loro rilevanza in molti
campi della ricerca scientifica e tecnologica, dalla medicina alle scienze
alimentari. Grazie alle ricerche fin qui portate a compimento, è ormai
largamente diffusa l’idea che questi processi coinvolgono differenti meccanismi
come ad esempio cambiamenti conformazionali e strutturali delle singole molecole
proteiche, processi di nucleazione, interazioni proteina-proteina e conseguente
formazione di legami intermolecolari. Tali meccanismi che avvengono su
differenti scale spazio-temporali possono evolversi in più fasi ed essere
interconnessi. [M.Manno et al. 2004 ;P.L. San Biagio et al 1999, V. Militello et
al. 2003].
Dal punto di vista della singola molecola proteica,
l’eterogeneità conformazionale e la capacità di esplorare un gran numero di
minimi di energia libera (sottostati conformazionali) costituiscono la chiave
per la comprensione della sorprendente versatilità delle proteine coinvolte in
una vasta gamma di differenti attività funzionali. Insieme ad uno specifico
arrangiamento strutturale, le proteine mostrano una grande varietà di moti, come
fluttuazioni locali di singoli atomi o riarrangiamenti strutturali di ampio
respiro, che avvengono su scale di tempi molto diverse, dai picosecondi ai
minuti, o anche ai giorni. La dinamica delle proteine risulta dominata da moti
di tipo armonico a bassa temperatura (all’incirca sotto i 180 K) e da contributi
non armonici all’aumentare della temperatura. Tali contributi non armonici, che
nascono dalle fluttuazioni termiche di ogni molecola proteica attraverso i
sottostati conformazionali, sembrano essere un prerequisito per le specifiche
attività funzionali. In questo scenario, non và trascurato il ruolo giocato
dalle interazioni con la matrice esterna sulla stabilità, sulla dinamica e sulla
funzione delle proteine.
I processi di interazione proteina-proteina
sono strettamente connessi con quanto sopra riportato in quanto implicano in
genere cambiamenti conformazionali dell’intera proteina o di domini specifici,
dando luogo ad associazioni di molecole parzialmente “unfolded” [D. Foguel et
al. 2003, V.Militello et al. 2003, Hamada et al. 2002]. Cambiamenti anche
piccoli nelle configurazioni locali possono dar luogo a grandi riarrangiamenti
delle macromolecole che possono portare all’esposizione al solvente di residui
apolari. Da questo punto di vista, la proteina nativa e gli aggregati si possono
considerare come derivanti da un insieme di molecole parzialmente “unfolded”
fluttuanti tra diversi sottostati conformazionali che, a causa delle interazioni
con il solvente e con le molecole vicine, seguono percorsi alternativi. Di
fatto, al giorno d’oggi l’aggregazione viene considerata come un processo che
agisce in competizione al normale processo di folding delle proteine e sembra
essere una caratteristica generale di ogni catena polipeptidica [D.R. Booth et
al. 1997, Taddei et al. 2001, Chiti et al. 2002]
Sotto opportune
condizioni destabilizzanti tutte le proteine sono probabilmente capaci di subire
un “mis-folding” e successivamente di auto assemblarsi in aggregati ordinati
noti come fibrille amiloidi [Fandrich 2002, Arai et al. 1999]. Il termine
amiloidosi indica una famiglia di patologie causate dalla transizione di
proteine endogene e peptici da uno stato globulare fisiologico ad uno fibrillare
patologico. Nonostante la diversità delle conformazioni e delle dimensioni delle
proteine di origine, tutte le fibrille amiloidi presentano una notevole
somiglianza: esse sono formate da protofilamenti intrecciati in modo elicoidale,
a loro volta composti da beta sheets disposti perpendicolarmente alla direzione
di elongazione e stabilizzati da un gran numero di legami idrogeno
[Ionescu-Zanetti et al., 1999; Khurana et al., 2003]. La formazione di fibrille
amiloidi risulta essere un evento chiave in diverse patologie (amiloidosi), tra
cui il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e il morbo di
Creutzfeldt-Jacob. Tutte queste patologie sono caratterizzate dalla abnorme
deposizione extracellulare di fibrille amiloidi [Kelly et al., 1998; Uversky et
al., 2001; Foguel et al., 2004]. È da notare che anche proteine globulari
estranee a qualunque patologia e con nessuna analogia con le proteine implicate
in patologie amiloidi possono formare fibrille simili a quelle estratte dai
tessuti colpiti da malattia [Arai ,1999].
E’ stato osservato che le
placche senili tipiche del morbo di Alzheimer contengono una gran quantità di
ioni metallo come Cu+2, Fe+3 e Zn+2 (essendo quest’ultimo il più abbondante). Il
loro ruolo non è ancora ben chiaro ma, ad esempio, la formazione di fibrille
amiloidi da parte del peptide beta amiloide (bA), cioè il principale componente
delle placche, risulta sensibilmente accelerata dalla presenza di ioni rame e
zinco [Bush et al., 1994; Mantyh et al., 1993]. È quindi sufficientemente chiaro
che questi ioni potrebbero avere conseguenze significative sui processi di
unfolding e/o di aggregazione.
Gli ioni metallici possono anche alterare
su scala macroscopica la tipologia degli aggregati ottenuti. Ad esempio, la
presenza di ioni di ferro è in grado di indurre processi di gelazione “a freddo”
negli aggregati di beta-lactoglobulina (BLG), uno dei maggiori costituenti del
latte bovino [Remondetto et al., 2003].
Testo
inglese
Protein aggregation processes have been the
subject of several studies in sight of their relevance in many fields of the
scientific and technological research from medicine to alimentary sciences.
Thanks to these recent researches it is widely diffused the idea that these kind
of processes involves several mechanisms as, for example, conformational and
structural changes at single protein level, nucleation processes and
protein-protein interactions with the consequent formation of new intermolecular
bonds. These mechanisms acting in different scales of time and space may evolve
in different phases and be interconnected. [M.Manno et al. 2004 ; P.L. San
Biagio et al. 1999, Militello et al. 2003].
The conformational
heterogeneity of the single protein, and the ability to fluctuate through a
large number of free energy minima (conformational substates) constitute the key
to understand the astonishingly versatility of proteins involved in different
functional activities. Together with a specific structural arrangement, they
exhibit a large variety of motions, like local fluctuations of single atoms or
structural rearrangements of wide extent, ranging in a large variety of time
scales, from picoseconds to minutes and even days. Proteins dynamics is
dominated by harmonic motions at low temperature (about above 180K) and
additional non harmonic contributions as the temperature increases. These
non-harmonic motions, arising from thermal fluctuations of a protein molecule
among conformational substates appear to be a prerequisite for specific
functional activity. In this scenario, the involvement of the external matrix in
protein stability, dynamics and function must be also
considered.
Protein-protein interactions are strictly related to what it
was said above, since usually involve conformational changes of the whole
protein or of a specific domain and it is often attributed to the association of
partially unfolded molecules [D. Foguel et al. 2003, V.Militello et al. 2003,
Hamada et al. 2002]. In fact, small changes in local configuration could allow a
great stereo-reorganization of macromolecules. In this respect, the native
protein and its aggregates can be seen as originating from a common population
of partially unfolded, interconverting molecules that, due to interactions with
the solvent and with the neighbour molecules, proceed towards different
pathways. The aggregation process is today considered as process acting in
competition with the normal folding pathway and appear to be common property of
any polypeptide chain [D.R. Booth et al. 1997, Taddei et al. 2001, Chiti et al.
2002]
Under specific destabilizing condition all proteins seem to have
the ability to ”misfold” and subsequently assemble themselves in ordered
sovramolecular aggregates known as Amyloid fibrils [M. Fandrich 2002, S. Arai et
al. 1999]. The word Amiloydosis indicates a pathologies family due to endogen
proteins and peptides transition from a physiologic globular state to a
fibrillar and pathologic one. In spite of the variety and dimensions of initial
proteins, all amyloid fibrils present a close resemblance to each other: these
structure are formed by protofilaments intertwined in helical shape; these
protofilaments are composed from beta sheets perpendicular to the long axis
direction of the fibril and stabilized from a great number of hydrogen bonds
[Ionescu-Zanetti et al., 1999; Khurana et al., 2003]. Amyloid fibril formation
appear to be a fundamental event in the etiology of different pathologies
(amyloidos) such as Parkinson’s and Alzheimer disease and Creutzfeldt-Jacob
disease. All these pathologies are related to abnormous extracellular deposition
of amyloid fibrils [Kelly et al., 1998; Uversky et al., 2001; Foguel et al.,
2004]. It is important to note that also globular proteins with no homology to
each other or to the disease-associated proteins have the ability to form
fibrils that resemble those extracted from diseased tissue [Arai et al.
1999].
It has been observed that senile plaques typical of Alzheimer
disease plaques contain high quantities of metal ions such Cu+2, Fe+3 e Zn+2
(this last being the most abundant). The role of these ions is still unclear but
several evidences indicate their implication in this kind of processes for
example, the fibril formation originating by beta amyloid peptide bA, i.e. the
main component of the plaques, result to be sizeably accelerated by zinc and
copper ions presence [Bush et al., 1994; Mantyh et al., 1993]. For this reason
it appears clear that these ions could have significant consequences on
unfolding and/or of aggregation processes.
Moreover, metal ions could be
able to change aggregate structure typology in macroscopic scale. For instance,
the Iron ions presence induce “cold gelation” processes in aggregate structures
rising from beta lactoglobulin (BLG) that is one of the major constituent of
whey of ruminant milk. [Remondetto et al., 2003].
2.2.a Riferimenti bibliografici
S. Arai and Mitsuhiro Hirai, Reversibility
and Hierarchy of Thermal Transition of Hen Egg-White Lysozyme Studied by
Small-Angle X-Ray Scattering, Biophys. J. 76 (1999): 2192–2197
D.R.
Booth, M. Sunde, V. Bellotti, C.V. Robson, W.L. Hutchinson, P.E. Fraser, P.N.
Hawkins, C.M. Dobson, S.E. Radford, C.C.F. Blake & M B.Pepys, Instability,
unfolding and aggregation of human lysozyme variants underlying amyloid
fibrillogenesis. Nature 385 (1997): 787-793.
A.I. Bush, W.H. Pettingell,
G. Multhaup, M. Paradis, J. Vonsaltel, J.F. Gusella, K. Beyreuther, C.L. Masters
and R.E. Tenzi, Rapid induction of Alzheimer’s Ab amyloid formation by zinc.
Science 265 (1994): 1464 –1467
F. Chiti, N. Taddei, F. Baroni, C.
Capanni ,M. Stefani, G. Ramponi , C.M. Dobson, Kinetic partitioning of protein
folding and aggregation, Nature Struct. Biol. 458 9 (2002): 137–143.
M.
Fandrich and C. M. Dobson The behaviour of polyamino-acids reveals an inverse
side chain effect in amyloid structure formation. EMBO J.
21(2002):5682–5690.
D. Foguel, M. C. Suarez, A. D. Ferrão-Gonzales,T. C.
R. Porto, Leonardo Palmieri, Carla M. Einsiedler, L. R. Andrade, H.A. Lashuel,
P.T. Lansbury, J. W. Kelly and J L. Silva, Dissociation of amyloid fibrils of
α-synuclein and transthyretin by pressure reveals their reversible nature and
the formation of water-excluded cavities, Proc Natl Acad Sci 19 (2003)
9831–9836
D.Hamada and C.M. Dobson, A Kinetic study of -Lactoglobulin
amyloid fibril formation promoted by urea, Protein Science 11 (2002)
2417-2426.
C.R. Ionescu-Zanetti ,R. Khurana, J.R. Gillespie, T.S.
Petrick, L.C. Trabachino, L.J. Minert, S.A. Carter and A.L. FinkMonitoring the
assembly of Ig light-chain amyloid fibrils by atomic force microscopy. Proc.
Natl. Acad. Sci. USA 96 (1999):13175 13179
J.W. Kelly, The alternative
conformations of amyloidogenic proteins and their multi-step assembly pathways,
Curr. Opin. Struc. Biol. 8 (1998) 101-106.
R.Khurana, , C.
Ionescu-Zanetti, M. Pope, , J. Li , L. Nielson, M. Ramirez-Alvarado, L. Regan,
A.L. Fink and S.A. Carter A general model for amyloid fibril assembly based on
morphological studies using atomic force microscopy. Biophys. J. 85, (2003):1135
1144
M. Manno, P.L .San Biagio, M.U. Palma., The role of pH on
instability and aggregation of sickle hemoglobin solutions, Proteins 55(1):
(2004) 169-76
P.W. Mantyh, J.R. Ghilardi, S. Rogers, E. DeMaster, C.J.
Allen, E.R. Stimson, J.E. Maggio, Aluminum, iron, and zinc ions promote
aggregation of physiological concentrations of b-amyloid peptide. J. Neurochem.
61 (1993):1171–1174
V. Militello, V. Vetri and M. Leone M,
Conformational changes involved in thermal aggregation processes of Bovine Serum
Albumin, Biophys. Chem. 105 (2003): 133-141.
G.E. Remondetto, M.
Subirade. Molecular Mechanisms of Fe2+-induced β-Lactoglobulin Cold Gelation.
Biopolymers 69 (2003): 461-469
P.L. San Biagio, V. Martorana, A.
Emanuele, S.M. Vaiana, M. Manno, D.Bulone, M.B. Palma-Vittorelli and M.U. Palma,
Interacting processes in protein coagulation, Proteins: Structure, Function, and
Genetics 37 (1999) 116-120.
N. Taddei, C. Capanni, F. Chiti, M. Stefani,
C.M. Dobson, G. Ramponi, Folding and aggregation are selectively influencedby
the conformational preference of the a-helices of muscle acylphosphatase, J.
Biol. Chem. 276 (2001): 37149–37154.
V.N. Uversky, J. Li, A.L. Fink.
Metal-triggered Structural Transformations, Aggregation, and Fibrillation of
Human α-Synuclein: a possible molecular link between Parkinson’s disease and
heavy metal exposure. J. Biol. Chem. 276 (2001): 44284-44296
2.3 Descrizione del Programma di Ricerca e del ruolo delle
Unità operative locali
Descrizione del Programma di Ricerca
Testo italiano
I meccanismi attraverso i quali gli ioni
metallici influenzano i processi di aggregazione delle proteine rimangono ancora
in larga parte oscuri. Scopo del progetto è quello di studiare tali meccanismi
attraverso l’utilizzo di una vasta gamma di tecniche sperimentali che consentano
di ottenere informazioni 1) sulle strutture locali che possono formarsi attorno
agli ioni metallici durante il processo di aggregazione e 2) sui cambiamenti
conformazionali delle proteine e la loro aggregazione in presenza di ioni
metallici. I processi di aggregazione saranno studiati quindi “guardando” sia al
metallo sia alle proteine. Si spera in tal modo di evidenziare l’effetto degli
ioni metallici nelle differenti fasi del processo di aggregazione, ossia 1) sui
cambiamenti conformazionali che portano la proteina in una struttura
parzialmente “unfolded” e 2) sulla conseguente aggregazione.
La
flessibilità di questo progetto potrà permetterci di superare le difficoltà
relative all’attuale ignoranza sulla natura delle interazioni che sono
probabilmente responsabili dell'instaurarsi delle patologie
neuro-degenerative.
Le proteine che attualmente sembrano le più indicate
per questo tipo di studio, sono la beta-lactoglobulina (BLG), il lisozima ed il
peptide beta-amiloide (bA).
La BLG ed il lisozima sono “piccole” proteine
globulari utilizzate spesso come sistemi modello nello studio di fenomeni
complessi. Sono proteine commercialmente reperibili e ampiamente studiate, le
cui caratteristiche strutturali sono ben note. Entrambe queste proteine, pur
essendo strutturalmente molto stabili, sotto opportune condizioni esterne
possono subire cambiamenti conformazionali al livello delle strutture terziaria
e secondaria, col conseguente innestarsi di processi di aggregazione.
La
BLG è uno dei maggiori costituenti del latte bovino. Il suo stato di
associazione dipende dal pH, per cui ad esempio la proteina si presenta dimerica
a pH neutro e monomerica a pH acido. Il monomero è composto da 162 aminoacidi e
la sua struttura secondaria è costituita per la maggior parte da strutture beta
(nove beta-strands antiparalleli e due corte eliche alfa). Nella proteina sono
presenti due triptofani, il primo dei quali (trp61) si trova in una zona esterna
completamente esposto al solvente mentre il secondo (trp19) è al centro di una
cavità idrofobica nel “core” della proteina. La BLG possiede inoltre 5 cisteine,
di cui 4 impegnate nella formazione di ponti di zolfo intramolecolari,
particolarmente importanti per via dell’influenza che i processi di “disulfide
exchange” possono avere sulla formazione di aggregati sopramolecolari. È noto
che la BLG può subire processi di aggregazione e/o gelazione, che sono stati a
lungo studiati sia per l’importanza che essi assumono nelle applicazioni
dell’industria agro-alimentare sia perché in particolari condizioni è stata
osservata la formazione di fibrille amiloidi.
Il lisozima è un piccolo
enzima (129 aminoacidi) che attacca la parete cellulare dei batteri e rompe le
catene di carboidrati che essi formano distruggendone così l'integrità
strutturale. La sua struttura secondaria è composta da eliche alfa (45%),
beta-sheets (19%) e beta-turns (23%). Sono presenti 4 ponti S-S e nessuna
cisteina libera. Nella struttura del lisozima sono presenti sei triptofani
allocati in differenti zone.
La tipologia degli aggregati di BLG e di
lisozima dipende fortemente dalle condizioni sperimentali. In particolare, tali
proteine al variare delle condizioni esterne possono formare aggregati amorfi
oppure fibrille amiloidi [D.Hamada and C.M. Dobson, 2002, D.R. Booth, 1997,
Shigeki Arai 1999], e pertanto si prestano bene per lo studio degli effetti
degli ioni metallici su processi di aggregazione di vario tipo. Nel caso della
BLG inoltre l'influenza degli ioni metallici sul processo di aggregazione è già
parzialmente documentata [K. Suzuki et al. 2001, G. E. Remondetto et al.
2003].
Il peptide bA è un polipeptide composto da 39 43 residui,
derivante dalla proteolisi della “Amyloid Precursor Protein” (APP). In forma
solubile è un normale prodotto metabolico ed è presente nel fluido
cerebrospinale e nel siero. Sembra ormai accertato che la formazione di fibrille
amiloidi derivanti da questo peptide abbia un ruolo cruciale nel morbo di
Alzheimer. In vitro, il processo di fibrillazione sembra essere fortemente
influenzato dalla presenza di ioni metallici [Bush et al., 1994]. Inoltre,
grandi concentrazioni di ioni metallici sono state riscontrate nelle placche
senili tipiche del morbo di Alzheimer. In questo contesto, lo studio dei
processi di aggregazione del peptide bA in presenza di ioni metallici presenta
un notevole interesse intrinseco.
Per quanto riguarda la strategia
generale del progetto, poichè in letteratura vengono riportati risultati
contraddittori per sistemi metallo-peptide simili, sarà posta la massima
attenzione nel protocollo di preparazione dei campioni e le misure sperimentali
saranno portate avanti in stretta sinergia tra le tre Unità di Ricerca
coinvolte. A questo scopo sarà necessaria una efficiente coordinazione con le
tre unità partecipanti al progetto per lavorare su "campioni paralleli" in modo
che gli stessi campioni siano sottoposti a misure diverse.
In
particolare:
- Verranno raccolti dati sperimentali con differenti tecniche
sperimentali (vedi quanto sotto riportato) su campioni preparati con lo stesso
protocollo sperimentale o che differiscano solo per fattori di
diluizione.
- Sfruttando la recentemente acquisita capacità di sintesi di
peptidi in situ (Trento), piccole porzioni dei peptidi amiloidi e loro varianti
potranno essere sintetizzate. In questo modo potremo studiare peptidi differenti
in presenza di metalli differenti (per esempio peptidi amiloidi in presenza di
Zn(II) o Cu(II) e PrP in presenza di Mn (II) o Cu(II) o altri metalli).
Per quanto riguarda le differenti tecniche utilizzate, lo studio sugli
effetti degli ioni metallo sui processi di aggregazione di BLG, lisozima e
peptide bA e sui cambiamenti conformazionali delle proteine che accompagnano le
cinetiche di aggregazione saranno studiati tramite: spettroscopia di
assorbimento nell’infrarosso (IR), nel visibile e nell’ultravioletto (UV);
spettroscopia di fluorescenza statica; Dicroismo Circolare (CD). Scattering
statico e dinamico di fotoni; microscopia a forza atomica (AFM). Queste tecniche
permettono di analizzare il processo di aggregazione su differenti scale spazio
temporali e di esplorare un vasto intervallo di concentrazioni [Manno et al.,
2004; San Biagio et al., 1999; Militello et al., 2003, 2004; Vetri et al.,
2005].
L'approccio sperimentale consisterà nello studio delle cinetiche
degli spettri di fluorescenza sia dei cromofori intrinseci (triptofani) quando
presenti, sia di opportune sonde fluorescenti legate in differenti siti proteici
strategici che sono in grado di fornire informazioni sui cambiamenti
conformazionali di struttura terziaria. Quando una proteina subisce questo tipo
di cambiamenti può esporre al solvente residui idrofobici come i triptofani.
Tale esposizione provoca una variazione dell’intorno dei residui ed una
conseguente variazione del segnale emesso. E’ noto infatti che il quenching
totale o parziale della fluorescenza del triptofano è correlabile all’aumento
della polarità del suo intorno e quindi è molto spesso associata all’esposizione
di questi fluorofori al solvente acquoso. Cambiamenti conformazionali della
struttura della proteina possono, inoltre, dare luogo anche a significative
variazioni nelle frequenze dello spettro di emissione. Le proprietà
spettroscopiche dei triptofani possono essere sfruttate al meglio soprattutto
nello studio di proteine come la BLG, che contiene solo due triptofani allocati
in zone ben definite della proteina. Queste consente di attribuire le variazioni
del segnale di emissione a cambiamenti nell’intorno di siti specifici.
In
proteine che contengono più triptofani, come nel caso del lisozima, gli spettri
di emissione dei triptofani forniscono un’ informazione “mediata” sul
comportamento globale della proteina. In questi casi l’uso di opportune sonde
fluorescenti permette di ottenere informazioni più dettagliate, in dipendenza
dalle proprietà fisico-chimiche delle sonde stesse e della loro interazione con
la proteina e con il solvente. Ad esempio, l’ anilino naftalene sulfonato (ANS),
una piccola sonda fluorescente molto utilizzata in letteratura per studi sul
folding ed unfolding delle proteine, verrà da noi utilizzata per studiare i
cambiamenti conformazionali che coinvolgono le regioni idrofobiche eventualmente
presenti nella proteina o che si formano durante il processo di aggregazione.
Infatti, eventuali cambiamenti conformazionali di struttura terziaria della
proteina possono portare all’esposizione al solvente o, al contrario, alla
copertura della sonda, con conseguenti variazioni nell’intensità e nella
posizione della sua emissione di fluorescenza. Lo studio dell’evoluzione degli
spettri di emissione dell’ANS permette di seguire non solo l’apertura, anche
parziale, della proteina, ma anche di osservare l’eventuale formazione di nuovi
cluster idrofobici. L’ANS presenta inoltre il vantaggio di formare con le
proteine legami non covalenti, senza quindi impegnare siti o residui specifici
che potrebbero essere coinvolti in legami inter-molecolari durante il processo
di aggregazione. Nel corso degli studi, se necessario, verranno selezionate
altre sonde fluorescenti con caratteristiche fisico chimiche adatte all’analisi
del processo in osservazione.
In regime di alte concentrazioni di
proteina i cambiamenti conformazionali di struttura terziaria possono essere
seguiti anche attraverso l'analisi degli spettri IR nella regione dell'Amide II
(1540 cm-1). L’osservazione della cinetica del processo di “scambio H-D” che si
riflette in una diminuzione della banda dell’Amide II ed in un corrispondente
aumento del segnale dell’Amide II’ può fornire informazioni quantitative
sull’apertura della struttura proteica e sull’esposizione al solvente delle
regioni più interne.
I cambiamenti strutturali a livello di struttura
secondaria invece verranno seguiti in campioni a bassa concentrazione attraverso
la cinetica degli spettri CD (nella regione del lontano UV) e in campioni ad
alta concentrazione attraverso l'analisi degli spettri IR nella regione
dell'Amide I' (1650 cm-1). Parallelamente, l'utilizzo di tecniche di scattering
di luce permetterà di seguire l'evoluzione delle dimensioni degli aggregati in
soluzione.
La formazione di fibrille amiloidi sarà monitorata tramite la
fluorescenza della Tioflavina T (TT). In presenza di fibrille amiloidi, la TT
presenta un'intensa banda di fluorescenza i cui picchi di eccitazione e di
emissione si trovano rispettivamente a ~450 e a ~482 nm. Tale banda risulta
quasi del tutto assente in soluzione acquosa ed è scarsamente influenzata da
aggregati proteici amorfi (non amiloidi). Inoltre, l'intensità di fluorescenza
risulta essere con buona approssimazione direttamente proporzionale alla
quantità di fibrille amiloidi presenti nel campione [Naiki et al., 1989,1999].
Tali proprietà fanno della TT un ottimo strumento per la rivelazione selettiva
di aggregati amiloidi e per la determinazione dei tempi caratteristici dei
processi di fibrillogenesi [Levine, 1999], anche se i meccanismi di interazione
tra la sonda e le strutture amiloidi sono ancora poco chiari.
Infine, la
caratterizzazione fisico-chimica delle strutture sopramolecolari formate verrà
condotta con la microscopia a forza atomica (AFM). Quest'ultimo punto appare
particolarmente rilevante, in quanto la presenza di ioni metallici potrebbe
fortemente alterare la topologia degli aggregati ottenuti [Klug et al.,
2003].
Verrà inoltre utilizzata la tecnica di calorimetria differenziale,
che è in grado di fornire informazioni dirette sulle funzioni termodinamiche
(entalpia, entropia, energia libera di Gibbs) che caratterizzano il processo di
folding/unfolding delle proteine, sul pathway di unfolding, sui parametri
cinetici nel caso di transizioni irreversibili (Freire et al, 1990; Sanchez-Ruiz
1992; Privalov, 1997; Kurganov et al., 1997). La conoscenza delle proprietà
termodinamiche delle proteine e del numero di intermedi coinvolti nel pathway di
unfolding è fondamentale per comprendere i principi di organizzazione e di
stabilità della struttura tridimensionale delle macromolecole e dei loro
aggregati. Infatti, la DSC è stata largamente utilizzata per lo studio della
stabilità di proteine globulari a basso peso molecolare (Griko et al., 1994;
Griko e Privalov, 1994; Radford e Dobson, 1995; Guzzi et al., 1999; Guzzi et
al., 2003) e di proteine più complesse multimeriche e multidominio
(Benitez-Cardoza et al., 2001; Thorolfsson et al., 2002) disperse in soluzioni
acquose di diversa composizione e a valori controllati di pH e forza ionica.
Sul fronte dei metalli, la spettroscopia di assorbimento di raggi X(XAS)
risulta particolarmente indicata per via della sua abilità nel risolvere la
geometria locale dei siti metallici in proteine (o peptidi) e può essere
utilizzata per studiare l’intorno di ioni metallici in complesso con proteine e
peptici nel loro ambiente fisiologico. Con questa tecnica si possono avere
direttamente informazioni sulla geometria intorno al metallo e identificare
eventuali differenze strutturali modulate da differenti condizioni di soluzione
(concentrazioni, pH, temperatura, ecc.), ed eventualmente riconoscere la
presenza di siti di legame alternativi per ioni metallici diversi. La XAS sarà
utilizzata in parallelo con altre tecniche sperimentali come la Spettrometria di
massa con diversi metodi di ionizzazione e la Risonanza Magnetica Nucleare ad
alta risoluzione.
Il progetto prevede anche l’utilizzo di tecniche
numeriche da accoppiare alla XAS. In particolare, verrà effettueremo il
trasporto su cluster di PC (a disposizione del gruppo) del codice Espresso
(opEn-Source Package for Research in Electronic Structure, Simulation, and
Optimization), già installato sul cluster Linux del CINECA. Con questo mezzo di
calcolo ci proponiamo di calcolare la funzione densità elettronica di un modello
del complesso Cu-(HGGGW)-H2O (il penta-peptide che rappresenta una frazione
dell'octarepeat della proteina prionica di cui è stata risolta la struttura
cristallografica in complesso con il Cu (32)) partendo con i nuclei localizzati
nelle posizioni determinate dalla spettroscopia X. Studieremo in dettaglio la
distribuzione elettronica di carica e la delocalizzazione degli elettroni tra
Cu, istidina e azoti della catena laterale, con lo scopo di estrarre i parametri
essenziali per un force-field classico effettivo e estendere a livello
semi-empirico lo studio di peptidi più grandi con un numero diverso di ioni
rame. Una volta verificatone l'efficacia, il metodo verrà esteso ai peptidi
b-amiloidi. In questo caso il problema principale è quello di determinare la
natura dell'interazione di metalli diversi, Zn e Cu in particolare, ai quali
sono attribuiti in letteratura ruoli funzionali diversi.
Un’altra
tecnica sperimentale che consente lo studio diretto delle proprietà degli ioni
metallici in interazione con proteine è la spettroscopia di Risonanza
Paramagnetica di Spin Elettronico (EPR). La spettroscopia EPR copre una ampia
finestra temporale (dai nano ai millisecondi) e pertanto è una tecnica
spettroscopica idonea per lo studio della dinamica conformazionale dei sistemi
biologici (Berliner, 1976; Marsh and Horvath, 1989; Steinhoff, 2002). Nel caso
in cui i biosistemi non posseggano un paramagnetismo intrinseco, l’applicazione
dell’ESR è resa possibile mediante l’uso di spin-labels (Marsh, 1981).
Spin-labels di diverso tipo, prodotti per sintesi, sono disponibili sul mercato.
Alcuni di essi (p.es., iodoacetamide, maleimido, metanotiosulfonato) sono capaci
di legarsi covalentemente, sotto opportune condizioni sperimentali, a residui
ammino acidici specifici presenti nelle proteine quali, per esempio, cisteina,
istidina e lisina. La dinamica degli spin-labels legati covalentemente riflette
il moto della proteina insieme al moto residuo del label rispetto all’intera
macromolecola (Steinhoff 1988; 2002). Usando questi spin-labels, tra gli altri
aspetti, sono stati studiati con EPR i moti librazionali e le proprietà
d’idratazione nell’emoglobina (Johnson 1978; Steinhoff 1989), la dinamica e la
diffusione di piccole molecole sulla superficie proteica del lisozima (Steinhoff
1991; Artyukh et al. 1995), gli effetti del solvente sulle proprietà
conformazionali dell’azurina (Guzzi e Sportelli, 1995), come pure gli effetti
dell’idratazione sulle proprietà dinamiche dello “stratum corneum” (Alonso et
al., 2003) e di batteri fotosintetici (Poluektov et al., 2003). In presenza di
ioni metallici paramagnetici (come p.es. Cu2+), le misure EPR forniscono
direttamente informazioni strutturali sul microambiente attorno al centro
paramagnetico quali geometria/simmetria del sito di legame e natura degli atomi
appartenenti alla prima sfera di coordinazione dello ione paramagnetico (Addison
1983; Pilbrow 1990).
Per la caratterizzazione della dinamica
conformazionale dei due sistemi verrà utilizzata la spettroscopia EPR sia in
onda continua (CW-EPR) che in regime pulsato (Fourier Transform EPR) con
l’ausilio della tecnica dello spin labeling. Quali spin labels verrano
utilizzati due radicali nitrossilici: lo Iodoacetamide (JAA) e il maleimido. Il
lisozima verrà labellato con JAA che si lega covalentemente all’unico residuo di
istidina (His) presente in posizione 15 nella catena polipeptidica principale.
La His-15 è localizzata in prossimità della superficie proteica ed il label è
pertanto in posizione ottimale per monitorare le proprietà molecolari
all’interfaccia proteina/solvente. La BLG verrà labellata con lo spin label
maleimido legato alla Cys-121.
Misure di CW-EPR saranno eseguite sulla
proteine spin labellate sotto opportune condizioni di temperatura e di pH del
mezzo di dispersione e in funzione della concentrazione proteica. Dalla
variazione dell’anisotropia spettrale in funzione di questi parametri
chimico-fisici potranno essere individuate le condizioni in cui avviene
l’aggregazione proteica. Successive misure di EPR su proteine spin-labellate in
presenza di differenti concentrazioni di ioni Cu2+ nel mezzo di dispersione
consentiranno di monitorare contemporaneamente sia il segnale dei labels
(g=2.0032) sia il segnale dovuto allo ione paramagnetico Cu2+ (g=2.054 - 2.2).
In questo modo sarà possibile valutare sia l’effetto dello ione rame
sull’aggregazione proteica che evidenziare la geometria del sito attivo attorno
allo ione paramagnetico e la natura dei leganti.
Per valutare la cinetica di
formazione degli stati aggregati, misure EPR saranno condotte anche in funzione
del tempo su campioni proteici spin-labellati a concentrazioni fissate. Infatti,
la variazione dell’anisotropia spettrale (posizione, intensità e larghezza delle
righe di risonanza) conseguente alle interazioni di scambio di spin e dipolare è
strettamente legata alle distanze tra i labels (2 - 25 Å) permettendo in tal
modo di definire la distanza proteica intermolecolare (Voss et al., 1995;
Lundberg et al., 1997; Serag et al., 2002).
Esperimenti di spin label
CW-EPR in regime lineare permetteranno di studiare i moti su una scala temporale
dai nano ai microsecondi, mentre misure di EPR non lineare in condizione di
saturazione (ST-EPR) consentiranno di estendere l’indagine sulla dinamica
rotazionale del sistema biologico fino ai millisecondi. Pertanto, questo
approccio risulta particolarmente idoneo per investigare la dinamica rotazionale
proteica in condizioni di aggregazione in cui, presumibilmente, la dinamica
conformazionale sarà limitata dall’interazione proteina-proteina.
Parallelamente, esperimenti in regime pulsato di FT-EPR a due e a tre impulsi di
opportuna durata saranno effettuati nel dominio del tempo e in spazzata di campo
magnetico. In particolare, misure di “Electron Spin Echo Envelope Modulation”
(ESEEM) saranno eseguite con sequenze a due e tre impulsi di breve durata (hard
pulses) in funzione del tempo. Il decadimento dell’eco risulta modulato per
effetto dall’interazione dello spin dell’elettrone spaiato del nitrossido con i
protoni vicini. L’analisi del segnale nel dominio delle frequenze fornirà
informazioni sull’ambiente circostante il label e permetterà di valutare le
proprietà dell’interfaccia proteina/solvente durante il processo d’aggregazione.
Lo stesso approccio può essere applicato utilizzando come probe magnetico lo
ione Cu2+, sebbene, a causa del rilassamento, gli esperimenti dovranno essere
eseguiti alla temperatura di 4 K. Inoltre, nelle condizioni sperimentali di
lavoro (X-band FT-EPR), la tecnica ESEEM è particolarmente sensibile alla debole
interazione iperfine tra lo ione paramagnetico ed i nuclei quadrupolari, quali
per esempio atomi di azoto appartenenti alla seconda sfera di coordinazione del
metallo (Dikanov and Tsvetkov, 1992).
Dal decadimento dell’eco non
modulato, ottenuto con impulsi di lunga durata (soft pulses), sarà misurato il
tempo di rilassamento della memoria di fase, T2M, (2 impulsi) e il tempo di
rilassamento longitudinale spin–reticolo, T1, (3 impulsi), parametri di notevole
interesse per lo studio del comportamento dinamico dei sistemi proteine/solvente
e proteina/proteina nello stato aggregato sia in assenza che in presenza dello
ione Cu2+.
Infine, esperimenti d’integrazione dell’eco primario
(ottenuto utilizzando 2 soft pulses) e dell’eco stimolato (ottenuto utilizzando
una sequenza di 3 soft pulses) in funzione del campo magnetico (Echo-Detected
spectra) permetteranno di studiare i moti librazionali di piccola ampiezza in un
ampio range di scala temporale (dai nano ai microsecondi). Sarà possibile
determinare l’ampiezza del moto librazionale e i tempi di correlazione
rotazionale dello spin label legato alle matrici proteiche nelle varie fasi
d’aggregazione.
Testo inglese
The mechanisms by which metal ions affect
protein aggregation processes are still poorly understood. Aim of the project is
the study of such mechanisms by using several different experimental techniques,
allowing to obtain information 1) on the local structures which may form around
the metal ions during the aggregation process and 2) on the conformational
changes and the aggregation of the proteins in the presence of metal ions.
Therefore, aggregation processes will be studied by “looking” both at the metal
and at the proteins. We hope in this way to highlight the effects of metal ions
on the different phases of the aggregation process, i.e. 1) on the
conformational changes leading the protein in a partially unfolded structure and
2) on the consequent aggregation. The flexibility of this project may allow to
overcome the difficulties inherent to our ignorance on the nature of the
interactions probably responsible for the onset of neuro-degenerative
pathologies.
The flexibility of this project may allow to overcome the
difficulties inherent in our ignorance of the nature of the metal-peptide
interactions, helping in the difficult problem of understanding how metals can
be possibly responsible for the instauration of these neuro-degenerative
pathologies.
The most indicated proteins for these studies appear to be
beta-lactoglobulin (BLG), Lysozyme and beta-amyloid (bA) peptide.
BLG and
lysozyme are “small” globular proteins often used as model systems for the study
of complex processes since, beyond their commercial availability, they have been
extensively studied and their structural properties are very well known.
Notwithstanding their stability, under suitable destabilizing conditions both
proteins may undergo conformational changes at the level of tertiary and
secondary structure, leading to the onset of aggregation processes.
BLG
is one of the main constituents of bovine milk. Its association state depends on
pH, in that the protein is dimeric at neutral pH and dimeric at acidic pH. The
monomer is composed by 162 residues and its secondary structure is mainly
constituted by beta structures (9 antiparallel beta-strands and 2 short
alpha-elices). Two triptophans are present in the protein; the first (trp61) is
located in an external region, completely exposed to the solvent, while the
second is in the hydrophobic core of the protein. Moreover, BLG has five
cysteine residues, four of which linked in two intra-molecular disulphide
bridges. These residues are particularly important, due to the influence of
disulphide exchange processes on the formation of supramolecular aggregates. It
is well known that BLG may undergo aggregation and/or gelation processes. Such
processes have been extensively studied because of their importance on food
technology and, more recently, because under appropriate conditions the protein
was found to form amyloid fibrils [Hamada & Dobson, 2002].
Lysozyme
is a small enzyme (129 residues). Its secondary structure is composed by
alpha-elices (45%), beta-sheets (19%) and beta-turns (23%). The protein presents
four disulphide bridges and no free cysteines. Six triptophan residues are
located in different region of the protein.
The typology of BLG and lysozyme
aggregates strongly depends on the experimental conditions. In particular, in
different external conditions both are able to form amorphous aggregates or
amyloid fibrils [Hamada & Dobson, 2002, Booth, 1997, Shigeki Arai 1999],
thus being a good model systems for studying the effects of metal ions on
different kind of aggregation processes. Moreover, the influence of metal ions
ones on the aggregation of BLG was yet partially documented [[K. Suzuki et al.
2001, G. E. Remondetto et al. 2003].
The bA peptide is a 39-43 residues
polypeptide, arising from the proteolysis of the “Amyloid Precursor Protein”
(APP). In its soluble form, it is a normal metabolic product present in the
cerebrospinal fluid and in the serum. It is now commonly accepted that the
formation of amyloid fibrils from this peptide has a key role in the Alzheimer
disease. In vitro, the fibrillation process appears to be strongly affected by
the presence of metal ions [Bush et al., 1994]. Moreover, large concentrations
of metal ions have been found in the senile plaques typical of Alzheimer’s
disease. In such a context, the study of the aggregation processes of bA peptide
in the presence of metal ions has an intrinsic remarkable
interest.
Concerning the general strategy of the project, since
contradicting results are currently reported in the literature for similar
metal-protein systems, we must put great care in the sample preparation and
measurement protocols, and the experimental measurements will be made in strict
sinergism between the three Reserach Units involved.
This means that we have
to coordinate the three teams to work on “parallel samples” in such a way that
the same sample is subjected to measurements with different experimental
techniques.
In particular:
· The largest possible number of
experimental data will be collected from different techniques (including XAS) on
identical samples or on samples differing only by dilution factors.
·
Taking advantage of the recently acquired capability of in situ peptides
synthesis, small portions of amyloid peptides can be synthesized and studied. In
this way different proteins or peptides in presence of different metals (e.g.
amyloid-peptides in presence of Zn(II) or Cu(II) and PrP in presence of Mn (II)
or Cu(II) or other metals) will be studied.
The study of the effects of
metal ions on the aggregation processes of BLG, lysozyme and bA peptide will be
performed by using several experimental techniques: Absorption Spectroscopy in
infrared (IR) and UV-Visible ranges; steady-state fluorescence spectroscopy;
circular dichroism (CD), static and dynamic light scattering; Atomic Force
Microscopy (AFM). These techniques allow to study the aggregation processes in
different space time scale and to explore different concentration regimes[M.
Manno et al. 2004 P.L. San Biagio, et al. 1999,V. Militello et al. 2003, V.
Militello et al. 2004, V.Vetri et al.2005].
The experimental approach
will consist in kinetic studies of steady-state fluorescence of intrinsic
chromophores (tryptophans), when they are present in the protein structure, and
of some suitable fluorescent dyes bound to strategic sites of the proteins, thus
allowing gaining information on tertiary structure conformational changes. This
kind of conformational changes may promote the exposure to the solvent of
hydrophobic residues like triptophans. Such exposure brings about a variation in
the surroundings of the residues and therefore a variation on the fluorescence
signal. It is well known indeed that the extent of the quenching of triptophan
fluorescence depends on the polarity of its surroundings, thus being associated
with the exposure of the residue to the aqueous solvent. Moreover,
conformational changes may also bring about variations on the frequencies of the
emission spectra. The spectroscopic properties of triptophans can be very well
used to study proteins like BLG, which has only two triptophan residues in well
defined regions of its structure. This allows assigning the variations in the
emission signal to structural changes in specific regions of the protein. When
several triptophans are present in the protein structure, as it is in the case
of lysozyme, their emission spectra can only give an averaged information on the
global behavior of the protein. In such cases, using suitable fluorescent dyes
may give more detailed information, according to the physico-chemical properties
of the dye and of its interactions with the protein and with the solvent. For
instance, Aniline Naphtalene Sulphonate (ANS), a small dye widely employed in
protein folding/unfolding studies, will be used to monitor the conformational
changes involving hydrophobic regions of the protein or the formation of such
regions during the aggregation process. Indeed, conformational changes at the
level of tertiary structure may lead to the exposure or, on the contrary, to the
burying of the dye, with consequent variations in the intensity and in the
position of its fluorescence emission. The study of the kinetics of ANS emission
spectra allows monitoring not only the aperture, even partial, of the protein,
but also the eventual formation of hydrophobic clusters. Moreover, ANS does not
form covalent bonds with the proteins, and therefore has the advantage of not
sequestering specific sites which could be involved in intermolecular
interactions during the aggregation process. During the project, if necessary,
other dyes with suitable physico-chemical properties will be
considered.
In the high concentration regimes, the conformational changes
can be also followed through the IR spectra analysis in Amide II region (1540
cm-1). Monitoring the kinetics of the H-D exchange process, which is reflected
by a decrease of the Amide II band and a corrisponding increase in the Amide II’
band, can give quantitative information on the aperture of the protein structure
and on the solvent exposure of its inner regions.
Conformational changes at
secondary structure level will be monitored by kinetic studies of far UV CD
spectra in the low concentration regime and by the analysis of IR spectra in
Amide I’ region (1650 cm-1) in the high concentration regime.
In parallel, by
using light scattering techniques it will be possible to follow the evolution of
the dimensions of the aggregates in solution.
The formation of amyloid
fibrils will be monitored by means of Thioflavine T (TT) fluorescence. In fact,
in the presence of amyloid fibrils, TT shows an intense fluorescence band, whose
excitation and emission wavelengths are ~450 and ~482 nm respectively. Such band
is vanishing in water solution and is poorly affected by amorphous (not
amyloidal) aggregates. Moreover, the fluorescence intensity of TT appears to be,
in a good approximation, linearly dependent on the amount of amyloid fibrils
present in the sample [Naiki et al., 1989,1999 ]. These properties make TT a
suitable tool for the selective detection of amyloid structures and for the
determination of fibrillation characteristic times [Levine, 1999], even if the
mechanisms of interaction between the amyloid structures and this probe are
still unclear.
Finally, the physico-chemical characterization of the
obtained supramolecular structures will be studied by atomic force microscopy
(AFM). This last point appears to be of particularly important, since the
presence of metal ions may strongly affect the topology of the obtained
aggregates [Klug et al., 2003].
By using the DSC technique it is possible
to get direct information on the thermodynamic functions (enthalpy, entropy and
Gibbs free energy) that describe the folding/unfolding process of the proteins,
on the unfolding pathway, on the kinetic parameters when the transitions are
irreversible (Freire et al, 1990; Sanchez-Ruiz, 1992; Privalov, 1997; Kurganov
et al., 1997). The knowledge of the thermodynamic properties of the proteins is
important for a complete understanding of the principles of organization and
stability of the three-dimensional structure of the macromolecules. This
technique has widely been used to study the stability of globular proteins with
low molecular weight (Griko et al., 1994; Griko and Privalov, 1994; Radford and
Dobson, 1995; Guzzi et al., 1999; Guzzi et al., 2003) as well as of more complex
proteins with a multimeric and multidomain organization (Benitez-Cardoza et al.,
2001; Thorolfsson et al., 2002) dissolved in aqueous solution with different
composition at controlled pH and ionic strength.
Concerning the metal
ions, X-ray Absorption Spectroscopy (XAS) results to be particularly well
suited, due to its ability to resolve the local geometry of the metallic site in
proteins (or peptides) and can be profitably used to study the environment of
metal ions complexed with proteins and peptides in their physiological
environment. With this technique one can directly have information on the
geometrical arrangement of the metal and determine the structure adopted by the
complex under different biological conditions (concentration, pH, temperature,
etc.). In many cases it allows the identification of possibly different binding
sites associated to different metal ions. XAS will be employed in parallel with
other experimental techniques such as high resolution Mass Spectrometry with
various ionisation methods and high resolution Nuclear Magnetic Resonance.
Numerical techniques will be coupled to XAS spectroscopy. We will port
the so-called Espresso (opEn-Source Package for Research in Electronic
Structure, Simulation, and Optimization) code, already installed on the CINECA
Linux cluster, on the PC cluster available to our group. The actual computation
that will be performed in this project consists in the evaluation of the
electronic density functional of a model for the Cu-(HGGGW)-H2O complex, where
HGGGW is the relevant oligopeptide subunit of the octa-repeat sequences of Prion
Protein. The structure of the latter has been recently resolved by X-ray
chrystallography (32). By starting with the configuration in which nuclei are
located at the positions determined by X-ray spectroscopy, the electronic charge
distribution and delocalization among Cu, His and the backbone amide atoms will
be studied in details, with the aim of extracting the essential parameters of an
effective classical force-field and to extend at a semi-empirical level the
study to larger peptides with variable number of copper ions. If successful, the
method will be also extended to larger systems like the b-amyloid peptide
complexes. In this case it is of the utmost importance to clarify the nature of
the structural role of the different metals (especially Zn and
Cu).
Another experimental techninque that allows to directly the
properties of metal ions in interaction with the proteins is Electron
Paramagnetic Resonance Spectroscopy (EPR).
EPR spectroscopy covers a wide
time window (from nano- to microseconds) and, therefore, is a suitable
spectroscopic technique for the investigation of the conformational dynamics in
the biological systems (Berliner, 1976; Marsh and Horvath, 1989; Steinhoff,
2002). When the biosystems are not paramagnetic, the application of ESR is
possible by using spin-labels (Marsh, 1981). Different spin-labels have been
synthesized and are available on the market. Some of them (i.e., maleimide,
iodoacetamide, methanethiosulfonate), under appropriate experimental conditions,
covalently bind to specific amino acids that are present in the proteins such as
cysteine, histidine and lysine.
The dynamics of the covalently-bound
spin-labels reflects the motion of the macromolecule or some residual motion of
the label with respect to the whole macromolecule (Steinhoff, 1988; 2002). Using
these spin-labels, several aspects have been studied by EPR spectroscopy,
including the librational motions and the hydration properties of hemoglobin
(Johnson 1978; Steinhoff 1989), the dynamics and the diffusion of small
molecules on the surface of lysozyme (Steinhoff, 1991; Artyukh et al., 1995),
the solvent effects on the conformational properties of azurin (Guzzi and
Sportelli, 1995), as well as the hydration effects on the dynamic properties of
the stratum corneum (Alonso et al., 2003) and of the photosynthetic bacterial
reaction center (Poluektov et al., 2003). In the presence of paramagnetic metal
ions (such as Cu2+), the EPR experiments directly give structural information on
the microenvironment around the paramagnetic centre, the symmetry of the active
site and the chemical nature of the ligand atoms of the first coordination
sphere of the ion (Addison 1983; Pilbrow 1990).
The technique
employed for the characterisation of the conformational dynamics of the systems
is EPR spectroscopy, both in continuous wave and in the pulsed regime, by using
the spin-labeling method. The spin-labels that will be used are two nitroxide
radicals: iodoacetamide (JAA) and maleimido. Lysozyme will be labeled with JAA,
which covalently binds to the unique histidine residue at the position 15 along
the polypeptide chain. His-15 is located close to the protein surface, therefore
the label will monitor the molecular properties of the protein/solvent
interface. Beta-lactoglobulin will be labeled with maleimido, which covalently
binds to Cys-121.
Continuous wave-EPR measurements will be performed on the
spin-labelled proteins as a function of protein concentration under appropriate
conditions of temperature and pH of the dispersion medium. From the variation of
the spectral anisotropy as a function of the above mentioned chemical-physics
parameters, the conditions under which protein aggregation occurs can be
determined. Further CW-ESR measures on spin-labelled proteins in the presence of
increasing concentration of copper ions in solution will allow us to
simultaneously monitor both the signal of the label (around g=2.0023) and the
signal due to the Cu2+ ion (around g =2.054 - 2.2). In such a way, it will be
possible to evaluate the effects of the copper ions on the protein aggregation
and to evidence the geometry of the active site around the paramagnetic ions as
well as the nature of the ligands.
In order to follow the kinetics of
formation of the aggregated states, CW-EPR measures will also be carried out as
a function of time on spin-labelled proteins at fixed concentration. Indeed, the
variation of the spectral anisotropy (position, intensity and width of the
resonance lines), due to the dipolar and exchange spin-spin interactions, is
closely related to the distance between the labels (2 - 25 Å), thus allowing to
define the intermolecular protein distance (Voss et al., 1995; Lundberg et al.,
1997; Serag et al., 2002).
While experiments of spin-label EPR in continuous
wave and linear regime allow to point out rotational motions of the
macromolecules from nano- to microseconds, non-linear EPR measurements under
saturation conditions (ST-EPR) will allow to extend the investigation to the
rotational dynamics up to milliseconds. Therefore, this approach is particularly
useful to study protein rotational dynamics in molecular aggregation conditions
in which a restriction of the conformational dynamics due to the protein-protein
interactions is expected.
Correspondingly, EPR experiments in the pulsed
regime using sequences of two and three pulses of suitable time length will be
performed in the time domain as well as sweeping the magnetic field. In
particular, measurements of Electron Spin Echo Envelope Modulation (ESEEM) will
be performed with two and three-pulse sequences of short time length (hard
pulses) as a function of time. Echo decay is modulated as a consequence of the
interaction between the spin of the unpaired electron of nitroxide and the
nearby protons. The analysis of the signal in the frequency domain will allow to
get information on the environment around the label, and to estimate the
properties of the protein/solvent interface in the aggregation process. The same
approach can be applied by using as probe the paramagnetic ion Cu2+, although,
due to relaxation effects, the experiments will be performed at the temperature
of 4 K. Moreover, under the experimental condition (X-band FT-EPR), the ESEEM
technique is particularly sensitive to the weak hyperfine interaction between
the paramagnetic ions and the quadrupolar nuclei, such as the remote nitrogen
atoms (Dikanov and Tsvetkov, 1992). From the un-modulated echo decay, obtained
with pulses of long time length, the phase-memory (T2M, two pulse experiments)
and longitudinal spin-lattice (T1, three pulse experiments) relaxation times
will be measured. Both parameters are of great interest in the study of the
dynamic behaviour of protein/solvent and protein/protein in the aggregated
state, both in the absence and in the presence of copper ions.
Finally,
experiments performed by integrating the primary echo (obtained using two soft
pulses) and the stimulated echo (obtained using a sequence of three soft pulses)
sweeping the magnetic field (Echo-Detected spectra) will allow to study
small-amplitude librational motions in a wide range of time scales. It will be
possible to determine the amplitude of librational motion and the rotational
correlation time of the spin-labels bound to the protein matrices in the
different steps of the aggregation process.
(...)